(ANSA) – Bruxelles, 6 ott. – La Corte di giustizia delle Comunità europee ha respinto oggi i regolamenti nazionali che impongono la raccolta e l’archiviazione casuale di dati personali da parte delle società di telecomunicazioni e tecnologiche che operano in questo campo, affermando che l’Unione si oppone a questo tipo di disposizioni salvo quando giustificato da ” Una seria minaccia alla sicurezza nazionale. Oggi, i giudici europei hanno emesso due sentenze relative a questioni di applicazione delle direttive dell’Unione europea sulla privacy (in particolare in relazione alle cosiddette comunicazioni elettroniche) sollevate dalle autorità del Regno Unito, della Francia e del Belgio. Di conseguenza, la Corte ha riconosciuto in primo luogo che le norme nazionali che prevedono la “conservazione generalizzata e indifferenziata dei dati sul traffico e sui luoghi delle persone” non sono coerenti con le disposizioni della Direttiva europea. Restrizioni al diritto degli utenti alla privacy possono sminuire l’orientamento, secondo i giudici, solo in caso di “gravi minacce” alla sicurezza e per un periodo di tempo limitato “per quanto è assolutamente necessario”. Ma può essere esteso se la minaccia persiste. Questo status può essere applicato anche in caso di reati gravi e per prevenire gravi minacce alla sicurezza pubblica. Tuttavia, la Corte sottolinea che “questa interferenza con i diritti fondamentali dei cittadini deve essere accompagnata dalle necessarie garanzie ed essere soggetta alla supervisione di un giudice o di un’autorità amministrativa indipendente”. (maniglia).
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