Pensione da 62 anni, madri lavoratrici, oberati di lavoro, oberati di lavoro e disoccupate: tutte le proposte di riforma INPS

Pensione da 62 anni, madri lavoratrici, oberati di lavoro, oberati di lavoro e disoccupate: tutte le proposte di riforma INPS

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Ritiro logico

Approfondiamo le ipotesi suggerite dall’INPS per superare le criticità del sistema previdenziale italiano, dalla pensione a 62 anni alla tutela per giovani e madri, oberati di lavoro e oberati di lavoro.

L’istituto, nel periodico rapporto annuale sul patrocinio INPS, ha analizzato le criticità per la previdenza pensionistica italiana suggerendo anche ipotesi concrete per affrontarle.

A prescindere dalle criticità (minima, aumento dell’età pensionabile per arrivare al pensionamento anticipato, disoccupazione giovanile e divario di genere), l’INPS propone proposte concrete per superare i problemi previdenziali italiani.

Le proposte concrete riguardano la protezione dei lavoratori stanchi e affaticati, nonché la protezione dei disoccupati di età superiore ai 60 anni. È proprio per questo motivo che è stata proposta la revisione di Ape Sociale e la quota 41, rendendo più generoso l’accesso a queste misure per rendere più flessibile il sistema previdenziale.

Si parla anche di pensione minima che permetta ai giovani, e ai futuri pensionati, che hanno lavori instabili, di poter contare, come minimo, su una pensione minima garantita.

Si suggerisce inoltre che la copertura delle lacune contributive che consentono periodi di formazione migliorati sia resa disponibile gratuitamente a fini di pensionamento.

Si parla però anche di riduzioni di abbonamento per madri lavoratrici e trasferimenti fissi a 60 anni ma anche di pensioni integrative per poter offrire strumenti di previdenza complementare (che oggi vengono scelti principalmente da chi ha un’alta percentuale di sali e vengono ignorati Appartengono ai settori più deboli della popolazione).

Tuttavia, il punto di forza delle ipotesi è la flessibilità per partire all’età di 62 anni e con soli 20 anni di contribuzione (ora possibile in 64 anni con 20 anni di contributi solo da chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1995).

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Si propone di fissare l’età di uscita a 62 anni (in quanto è già prevista la quota 100) consentendo, comunque, di arrivare in pensione a partire dai 20 anni dai contributi versati. La penalità? Ovviamente è previsto ma non per sempre: dai 62 ai 67 anni otterrai una sorta di anticipo pensione calcolando solo la quota contributiva della tua pensione. Il libro paga verrà preso solo al raggiungimento dei 67 anni.

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