Il Consiglio di Amministrazione ha espresso “profondo sconcerto e totale disapprovazione per i comportamenti e le dichiarazioni emerse in materia di misure cautelari”, sottolineando poi la “fondamentale” necessità di “procedere con la massima precisione nel processo di profondo cambiamento già avviato nel corso dell’anno 2019”.
Pertanto, sono state avviate iniziative legali per “verificare la presenza di comportamenti” non coerenti con la legge, il codice etico e le norme e regolamenti aziendali, indipendentemente dalla loro rilevanza penale.
Se verificati, anche sulla base della verifica dei procedimenti giudiziari, saranno intrapresi una serie di azioni, dalle azioni disciplinari, compresa la risoluzione del rapporto d’affari, alla sospensione delle spese legali, dall’esercizio di eventuali clausole per il recupero di una richiesta di ulteriori danni, tra cui Quella reputazione.
Provvedimenti da adottare in caso di valutazione negativa dei fatti contestati, che saranno d’ora in poi rilasciati ai dipendenti partecipanti a procedimenti penali secondo una nuova policy interna.
Non manca la linea dura nei confronti di Castellucci. Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di sospendere il pagamento della quota residua del TFR di 13 milioni di euro concordato con l’ex amministratore nell’ambito del contratto di risoluzione consensuale del 17 settembre 2019.
Non solo. Atlantia punta al recupero dell’importo pagato anche se un giudice del lavoro di Roma ha respinto il ricorso contro la sospensione prevista per lo scorso dicembre. La società si riserva infine di ricorrere ad ulteriori azioni nei confronti di Castellucci.
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