Nella nuova voce saranno presenti agenti commerciali e professionisti, ma non è chiaro quali altre categorie saranno incluse
A cura di Annarita D’Ambrosio
Nella nuova voce saranno presenti agenti commerciali e professionisti, ma non è chiaro quali altre categorie saranno incluse
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Prima, Dpcm, poi decreti Rise. Poche ore al via il via libera in Consiglio dei ministri per la quarta versione della sentenza, che tende la mano ai gruppi colpiti dalla sospensione delle attività in varie regioni del Paese. La necessaria suddivisione in zone rosse, arancioni e gialle, sollecitata nei mesi del primo blocco con le stesse regole per tutti, ha complicato la gestione e questo è il motivo della cascata di procedure di ristoro.
Nel quarto successivo, che è stato elencato come emendamento al Ristorante UNO (Dl 137/2020) seguendo il percorso del decreto duplicato e duplicato, ci sarà un’estensione dei codici ATICO agli agenti commerciali, come affermato dal viceministro dell’Economia Antonio in un’intervista a Messiani. Le richieste di classe sono state accolte, ma Messiani non ha nascosto che nel testo ci sarebbero state anche molte proposte che potrebbero essere finanziate durante la conversione nel 2023, perché “da qui a fine anno l’Agenzia delle Entrate – ha sottolineato Missani – è in grado di gestire altri pagamenti. Per un numero limitato di casi aggiuntivi ».
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Ateco e Ripristina un’icona
Ci sono gruppi esclusi? Lo scopriremo quando sapremo il testo finale. Tuttavia, è interessante ripercorrere la vicenda che ha portato al progressivo inserimento di molti lavoratori, e all’incuria di altri, e che è stata poi aggiunta all’elenco dopo proteste aperte.
Risale a un mese fa il decreto “madre” di Rissere: 47 codici Atico sono stati inseriti da tassisti, ristoranti e bar. Al suo interno c’erano cinema, teatri, stadi di corsa, piscine, impianti sportivi, palestre, discoteche, attività ricreative, terme, alberghi, bed and breakfast, gestori di impianti di risalita.
Duplicate Restore Decreto
Il decreto Retroi bis è stato emesso il 6 novembre in Gazzetta Ufficiale da lunedì 9 novembre. Il decreto amplia il codice Ateco destinatari delle misure del decreto Retroi Uno: il numero di icone previste è relativo a 57 categorie con particolare interesse nei negozi e nelle aziende commerciali, dall’abbigliamento all’arredamento alla merceria, alle armi e munizioni, ai sexy shop, alle attività di tatuaggi e piercing. C’è il commercio al dettaglio di corde, corde e prodotti per l’imballaggio, e c’è un commercio itinerante e servizi di istituti di bellezza e quelli per unghie e pedicure. Per queste categorie, chiuse nelle zone rosse, il 200% dei ristori, ma di fronte alle proteste degli altri lavoratori colpiti, il decreto Retroi bis aggiunge 19 un altro simbolo Ateco, dimenticato nella prima sentenza: contributi 100% ai bus turistici e anche trasporto in lago, fotoreporter e lezioni di ballo E lavanderie industriali, traduttori e persino produttori pirotecnici. Ristoro al 200% per guide alpine, musei, biblioteche, monumenti e persino giardini botanici e zoo. Comprende anche la fornitura di cibo non gestito, come da asporto, pizzerie e internet point.
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