Il fantasma dei beni incombe ancora sul Parlamento. L’emendamento di Nicolas Frattoyiani (Leo) e Matteo Orveni (Labour), recuperato in appello dopo averlo dichiarato inammissibile, è stato inserito tra le proposte di emendamento “notificate”, cioè quelle per le quali è stato chiesto, se possibile, approvazione, eccedenza di discussione. L’emendamento prevede l’introduzione di “una normale imposta alternativa sui grandi attivi la cui base imponibile è costituita dalla ricchezza netta superiore a 500.000 euro derivata dal totale dei beni mobili e immobiliari al netto del totale dei beni mobili e immobiliari” con effetto dall’emendamento del 1 gennaio. Passività finanziarie, possedute o possedute sia in Italia che all’estero, da persone fisiche. ” L’abolizione dell’Imu e delle imposte di bollo sui conti correnti e di deposito di magazzino è tenuta a essere sostituita da un’aliquota minima progressiva dello 0,2% sui grandi attivi la cui base imponibile è costituita da un patrimonio netto superiore a 500 Migliaia di euro e fino a 1 milione di euro fino al 2% oltre i 50 milioni di euro. Per il 2023 l’emendamento proposto prevede un’aliquota del 3% per le attività superiori a 1 miliardo di euro. Inoltre, le sanzioni vanno dal 3% al 15% dell’importo non autorizzato Previsto per le attività estere “in grado di generare reddito imponibile in Italia”.
La proposta, oltre a scatenare le proteste dell’opposizione (Forza Italia ha presentato a Giacomoni un emendamento che introduce una flat tax del 15%) non trova consensi nella stessa maggioranza perché il ministro dell’Economia e del Partito Democratico, Roberto Gualtieri, vorrebbe introdurre un’imposta personale “alla tedesca” ad aliquote variabili su Base di reddito. Almeno fino a ieri perché la sortita di Beppe Grillo ha cambiato le carte in tavola. Il fondatore del movimento ha suggerito, ribadendo il suo rifiuto a Mes, un “contributo del 2% a un patrimonio che va da 50 milioni di euro a un miliardo” e “uno su 3% fatto da miliardari” per un totale di 10 miliardi.
Un’uscita inaspettata ma prontamente approvata da un grande pentatylist come Nicola Mora. “L’IMO sul patrimonio commerciale della chiesa e il patrimonio dei super ricchi illustra come alcune delle risorse possono essere recuperate senza tornare a maggio”, ha dichiarato. Anche Luigi Di Maio ha seguito l’esempio. E ha specificato: “Se si vuole discutere di una tassa sui super ricchi, insomma, sui milionari, allora così sia, secondo standard adeguati”, criticando la formulazione di Frattoyiani per rendere il declino meno affascinante.
Insomma, l’eredità potrebbe in qualche modo manifestarsi in forme diverse rispetto a quelle attuali (Imu vale 22 miliardi) e portare un’economia gravata da 2.580 miliardi di debito pubblico e attende la Fitch Report Card. . Non è un caso che Standard & Poor’s abbia rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita globale ieri nel 2023, portandole dal 5,3% al 5%, a causa dell’impatto della seconda ondata del Coronavirus. La crescita dell’Unione Europea si è ridotta dal + 6,1% di ottobre al 4,8, mentre la crescita dell’Italia è stata ridotta dal + 6,4% a +5,3. Le stime per gli USA (dal 3,9% al 4,2%) e quelle per la Cina (dal 6,9% al 7%) sono state riviste al rialzo.
Pertanto, un aumento dell’imposta sulle attività potrebbe esacerbare il quadro macroeconomico già a rischio. I beni sono risparmi: tassarli significa ridurre le opportunità di investimento e raddoppiare la povertà.
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