I pubblici ministeri di Milano affermano che una rete di dipendenti di BT Italia gonfia i ricavi, rinnova contratti, fatture false e inventa transazioni fasulle con i fornitori per mascherare le reali prestazioni finanziarie dell’unità.
BT ha ricevuto una commissione di 530 milioni di sterline (725 milioni di dollari) nei suoi conti nel 2017 in relazione a presunti conti fraudolenti.
Tutti gli imputati hanno sempre negato la trasgressione.
Il caso sarà ascoltato in un’aula di tribunale di massima sicurezza alla periferia della capitale finanziaria italiana, solitamente selezionata per processi di mafia ma ora per rispettare le restrizioni del coronavirus.
Secondo la legge italiana, una società può essere perseguita anche per i reati commessi dai suoi amministratori a proprio vantaggio.
In una risposta scritta a Reuters quando un giudice ha inviato gli imputati a processo a novembre, BT ha detto di essere deluso ma fiducioso della sua difesa.
La prima udienza di tali processi è essenzialmente procedurale, con una possibile decisione sull’ammissione di persone che ritengono siano state danneggiate come parti civili, tra cui il Fondo pensione degli Stati Uniti, la Pension Reserve Investment Administration.
Gli imputati includono Richard Cameron, ex CFO di BT Global Services, e Corrado Sheola, ex capo di BT per l’Europa continentale.
Entrambi hanno negato la trasgressione.
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