Dodi, Stefano il fratello che non avevo – Cultura e spettacolo

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“Stefano D’Orazio era il fratello che io, figlio unico, non avevo. Quando perdi una persona tanto cara, soffri a morte, ma non ti accorgi subito di quello che è successo.” Dodi Battaglia, chitarrista dell’orso, ricorda così con iANSA lo storico batterista del gruppo, scomparso ieri sera a Roma. “È una tragedia. Le lacrime di questo momento sono solo una frazione di quelle che verseremo quando andremo in ufficio dove si trovava, quando vedremo una Jaguar bianca come quella che aveva o quando vedremo un altro batterista che volteggia con le bacchette così com’è. ‘ha fatto “.
Il dolore è aggravato dal pensiero dell’amico che muore isolato a letto dal Covid-19. “Stefano non stava bene, ma non sembrava niente di così allarmante. Era ricoverato a Roma in una struttura sanitaria. Era contagiato da questo virus, ma come tante altre persone … tre ore fa stavo aspettando un messaggio di aggiornamento e invece ho avuto questo colpo che mi ha spezzato le gambe. È devastante immaginarlo morire in solitudine. Mi ha indignato chi nega o minimizza Covid ”, ammette Dodi.
“Il legame di questi 50 anni, le cose che abbiamo fatto insieme, ci hanno forse unito anche più di un fraterno vincolo di sangue”, aggiunge. Insieme agli altri Pooh, Red Canzian, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, questa sera piangiamo al telefono. Tra gli infiniti ricordi che legano Dodi a Stefano, c’è una canzone intitolata “Un vero amico”, per il quale Battaglia aveva scritto la musica e D’Orazio il testo. “Lui e Valerio Negrini hanno scritto dei bei testi alle canzoni dei Pooh. Per farlo come loro, devi avere una grande profondità. Stefano era un romano, trasudava grande umanità e buon umore. Conoscendo entrambi i suoi due genitori – prosegue Dodi – posso dire che aveva preso il meglio da ognuno di loro: aveva una madre straordinaria e un padre etero. Stefano era una persona dalle tante virtù: trasparenza, onestà, sensibilità, intelligenza ”.
D’Orazio è stato il primo a lasciare i Pooh. “A differenza dei miei colleghi – ricorda Dodi – dopo aver cercato con tutti i mezzi di farlo restare, dieci giorni dopo, ho rinunciato. Ho pensato che fosse la scelta giusta. Ho fatto questo ragionamento: se è mio fratello (e non lo fa per essere scappato a 60 anni con una ballerina bulgara) ovviamente ha preso una decisione che devo rispettare. È un vero amico che lo fa. Allora gli ho detto “se non stai bene con noi sii felice, sii un monaco buddista, apri una gelateria a Torvaianica, fai quello che vuoi”. Anche quando gli altri Pooh non c’erano, Stefano c’era. ”Venne a Dodi day a Bellaria per me. Ha preso la macchina e mi ha raggiunto con altri amici come Mario Biondi, Gigi D’Alessio, Il Volo. Era davvero un vero amico, un fratello con me e spero – conclude – di esserlo anche io per lui. ”

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