La Galassia di Andromeda viene “catturata” da Giorgio Ciliberto da Sanremo

La Galassia di Andromeda viene “catturata” da Giorgio Ciliberto da Sanremo

Si trova a 2 milioni 538 mila anni luce dalla Terra. È la Galassia di Andromeda quella che è stata catturata da Giorgio Ciliberto da Sanremo, in questi giorni, in tante fotografie come si mostra con la sua eccezionale bellezza e fascino. Cilberto è un esperto nella fotografia spaziale fotografica di pianeti e corpi celesti. Nelle ultime ore, ho fissato nella costellazione Orione, Testa di cavallo e Nebulose Fiamme. E più recentemente, la California (costellazione di Perseo). “Ho sempre amato la fotografia – e lo faccio da 40 anni”, spiega Giorgio Cilberto. Poi ho preferito immagini di pianeti, stelle, costellazioni, ecc. Ci sono fotografi in questo entusiasmante settore migliori di me. Questo tipo di immagine richiede diverse ore. ” Andromeda, come possiamo vedere, ha coinvolto quasi sedici ore di esposizione totale, che hanno richiesto più di tre mesi. I dispositivi sono inoltre dotati di filtri speciali.

La Galassia di Andromeda, precedentemente chiamata Grande Nebulosa Andromeda o, dagli scienziati, con le abbreviazioni M 31 e NGC 224, è costruita in una spirale gigante. In direzione della costellazione di Andromeda: da cui prende il nome. Tra gli adulti è il più vicino alla Terra. È visibile anche ad occhio nudo. Andromeda è la più grande del Gruppo Locale che comprende anche la Via Lattea e la Galassia Triangolare insieme ad altre cinquanta galassie più piccole, alcune delle quali agiscono come satelliti in orbita attorno alle galassie più grandi.

Andromeda contiene qualcosa come un trilione di stelle. Molto più che nella galassia della Via Lattea dove le stelle variano da 200 a 400 miliardi.

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Le prime osservazioni scientifiche della galassia risalgono al X secolo d.C. Nel 964 fu abitato dall’astronomo persiano Abd al-Rahman al-Sufi. Ha scritto un libro sulle stelle fisse e lo ha descritto come una “nuvoletta”. La stessa definizione si trova nelle mappe celesti contemporanee, specialmente in olandese. Il primo a descriverlo, utilizzando strumenti ottici, come i telescopi, fu il tedesco Simon Marius, il 15 dicembre 1612, che lo paragonò a “una luce di candela osservata attraverso un corno traslucido”. Il famoso astronomo francese Charles Messier (era il 1764) lo inserì nel suo famoso numero di catalogo 31. Tuttavia, credette erroneamente che fosse Marius e non un mistico. Successivamente gli studi sono progressivamente migliorati avvalendosi di strumenti sempre più efficaci e avanzati.

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