Pack, un documentarista conservatore diventato amministratore delegato a giugno, è stato ampiamente criticato per la sua gestione dei servizi di notizie internazionali sotto l’USAGM, tra cui Voice of America.
“La nuova amministrazione ha chiesto le mie dimissioni”, ha scritto Pack in una lettera allo staff.
“L’USAGM e la posizione di amministratore delegato sono pensati per essere apartitici”, ha detto Pack. “In quanto tale, ogni giorno mi sono concentrato solo sul riorientamento dell’agenzia verso la sua missione. Il mio obiettivo principale era aiutare l’agenzia a condividere la storia americana con il mondo in modo obiettivo e imparziale.
In uno dei suoi ultimi atti, Pack ha annunciato martedì nuovi consigli di amministrazione per Radio Free Europe / Radio Liberty, Radio Free Asia e Middle East Broadcasting Networks, altri tre organi di informazione sotto la supervisione di USAGM.
I membri sono il conduttore radiofonico conservatore Blanquita Cullum; Jonathan Alexander del consigliere per la libertà conservatore e anti-LGBTQ; la regista pro-Trump Amanda Milius; Roger Simon, che secondo il suo LinkedIn scrive per The Epoch Times, il giornale pro-Trump con collegamenti al Falun Gong; e Christian Whiton, un membro del Center for National Interest che ha prestato servizio nelle amministrazioni Trump e Bush.
Dall’arrivo di Pack a USAGM, “ha tentato di mascherare il primato della missione giornalistica: sia figurativa che letterale”, ha detto David Kligerman, l’ex consigliere generale per VOA fino a quando sarebbe stato cacciato da Pack il mese scorso. “Il primo giorno, ha dipinto un’epigrafe (dal suo predecessore John Lansing) che celebra il Primo Emendamento e il sacro dovere dei giornalisti di ritenere responsabili i funzionari pubblici”.
Kligerman ha dichiarato pubblicamente ciò che molti altri membri della VOA fanno eco in privato: che Pack da allora ha “condotto la guerra ai giornalisti dell’agenzia e alla sua indipendenza editoriale”, incluso il licenziamento di tutti i capi della rete e l’abrogazione regolamenti firewall dell’agenzia intesi a isolarlo da interferenze politiche. , rifiutando “di rinnovare i visti J1 ai nostri giornalisti per motivi puramente nativisti, costringendoli a lasciare il Paese; e licenziando i giornalisti con il pretesto di aver coperto storie percepite come dannose per l’amministrazione”.
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