No, gli indizi sono prove, prove prove. Il terzo pareggio di Andrea Pirlo con la Juventus lascia molti dubbi. Chi vuole criticare: è davvero così facile? Chi vuole lodarlo: è davvero così difficile? L’enorme punto interrogativo che la vecchia signora ha messo in panchina è ben lungi dall’avere una risposta: per molti versi è fisiologico, ci vuole tempo prima che tu non dia quel calcio. Cinque giorni dopo c’era la Juventus, ma grazie al 3-0 non sappiamo davvero quanto durerà. Ha segnato tre pessimi pareggi, non tanto per l’avversario ma per come ci è arrivato: la Juventus non ha mai rischiato di vincere, e questo è un grosso problema. Per ora i dati negativi prevalgono sui dati positivi: è un dato oggettivo, non ne vogliamo niente in Continassa.
Adesso c’è il Barcellona. Di Messi, ma anche di Coman: invece di un punto interrogativo, i catalani hanno scelto un enorme punto esclamativo. Alla fine del no, però. I blaugrana sono, per molti versi, l’avversario ideale di questa sconosciuta Juventus: oggi sono una squadra in tante difficoltà, si può dire in disarmo se non è successo niente in 90 minuti. Dunque, è banale dirlo, attenzione a non dare nulla per scontato: anche al Camp Nou ci sono problemi in Paradiso, forse molto più grandi di così. Ma dalla lotta dei momenti, ci sarà anche un vincitore, ei personaggi di questo sport spesso fanno la differenza.
Come può farlo Cristiano Ronaldo. Da Torino hanno assicurato che l’ultimo tampone avesse una carica virale molto bassa. Qui abbiamo molti epidemiologi che aspettano il risultato. Se è così, sarebbe un altro fattore: la Juventus non ha vinto senza di lui, anche contro avversari oggettivamente modesti. La rimonta del portoghese riaprirà ulteriori discussioni: il 4-4-2, come abbiamo visto finora, è la forma più adatta della squadra che Pirlo ha tra le mani. Ma CR7 non l’ha fatto volentieri. Forse la soluzione è non rinchiudere nessuno, dal Pentathlon Pallone d’Oro a Dybala. L’importante, lasciando tutti liberi, è che poi sappiano cosa fare.
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